mercoledì 27 settembre 2023

Beppe Starnazza e i Vortici

 Nel 1979 ero un giovane dalle idee confuse. Avevo appena cominciato a pubblicare sul Mago Mondadori, ma il mio modo di disegnare era in continuo cambiamento. Il Mago aveva chiuso i battenti da poco, praticamente a me sembrava che la pubblicazione delle mie tre storie gli avesse dato il colpo di grazia (ovviamente non era così, era stato solo un concatenarsi di coincidenze),  e non sapevo proprio che strade prendere, ma una cosa mi era chiara in testa: dovevo muovermi. In quel momento Bologna sembrava essere la città dove accadevano le cose. Dopo il 1977 la creatività aveva preso diverse strade, e due erano quelle che mi stavano a cuore, Il fumetto e la musica. Crocevia di molte esperienze era la Harpo's Music, una piccola realtà che produceva cassette indipendenti, con due gruppi (tra gli altri che pubblicavano) che a me piacevano moltissimo: Gli Skiantos e I GazNevada. I primi erano già un mito, i secondi lo stavano diventando. Per cui un giorno, armato dei miei disegnini e di grande incoscienza presi uno dei tanti treni locali che da Padova portavano a Bologna e andai a bussare alla porta della Harpo's Music. Non sapevo bene sotto quale forma presentarmi, e nemmeno loro sapevano bene cosa farsene di me. Conobbi Oderso Rubini, l'uomo geniale che stava dietro alla etichetta, e Anna Persiani, la direttrice artistica e la grafica che stava dietro a tutte le produzioni. Furono molto gentili, e guardarono i miei lavori, (con una certa dose di presunzione mi ero proposto per delle locandine), e pur non volendo nulla della mia mercanzia mi permisero di stazionare ogni tanto nei loro uffici, a osservare come lavoravano, a disegnare in un angolino. Ero una presenza che visto che non disturbava più di tanto veniva tollerata. Feci la conoscenza di alcuni dei Gaznevada, che nonostante il mio entusiasmo da fan (o forse proprio grazie a questo), mi cagarono poco, e devo dire che con una certa coerenza non mi hanno cagato fino ad oggi, visto che quando li incontro in qualche occasione è sempre come se mi vedessero per la prima volta, e dietro i loro occhi intravedo il nulla, o qualche pensiero del tipo "questo deve essere qualcuno che ho conosciuto in una vita precedente, ma non ricordo chi sia questo signore". Conobbi Roberto "Freak" Antoni, che fu subito molto buono con me. Tollerava la mia invadenza e incoraggiava il mio lavoro, senza far cadere dall'alto i suoi giudizi. Si creò un piccolo legame di affetto reciproco. Pochi anni dopo, quando avevo smesso di frequentare i locali della Harpo's (poi diventata Italian Records), scrissi una letterina a Freak, per chiedergli come stava andando la sua vita, visto che aveva lasciato gli Skiantos ("non si divertiva più"), per mettere in piedi con una grossa etichetta il progetto di Beppe Starnazza e i Vortici, una band dedicata alla rivisitazione a quelli che lui definiva i "protodemenziali" : Natalino Otto, Petrolini, il trio Lescano etc... 

Nella mia letterina avevo siglato il tutto con uno dei miei pupazzetti, disegnato a Pantone.

Freak mi telefonò. Mi disse che il mio pupazzetto lo a aveva fatto tanto ridere, e che aveva avuto una idea matta, ovvero di farmi fare la copertina di uno dei primi 45 Giri della band e anche il manifesto del tour.

Mi misi subito al lavoro, e in una settimana, dopo qualche prova, avevo il materiale per tutti e due i definitivi. Avevo 19 anni. Presi appuntamento con la casa discografica per la consegna degli esecutivi.           

Quello stesso giorno avevo appuntamento con la cooperativa Storiestrisce, con Giancarlo Ascari e Franco Serra. Feci loro vedere un po' dei fumetti su cui stavo lavorando, tra cui "Rumore e Silenzio" (che avete visto nelle puntate precedenti), ma senza che scattasse la scintilla. Sì, ero bravo ma...non sapevano come trovare l'appiglio per la pubblicazione su Alter o su Linus, di cui loro erano fornitori di autori e materiali. Poi, a sorpresa, tirai fuori l'asso "sto anche portando in CGD questi disegni per la nuova band di Freak Antoni". Ecco che la scintilla era scattata. "Pensi che Freak sarebbe disposto a scrivere delle storie brevi su Beppe Starnazza per Linus?". E così iniziò il mio ingresso nel mondo del fumetto di serie A.

Roberto Antoni non lavorava in maniera canonica, le nostre sceneggiature nascevano al telefono, durante dei viaggi in treno, o a casa sua su fogli di quaderno scritti a mano, ma funzionavano. Per 8 numeri di Linus pubblicammo le nostre storie sotto la sigla "Demenxial", poi Beppe Starnazza e i Vortici si sciolsero e non c'era ragione di continuare con le storie. Ormai ero dentro. Dopo la prima storia Igort mi mandò una cartolina "complimentation pour Linus". Dopo qualcuna di queste storie Vincenzo Sparagna mi chiese di disegnarne una per Frigidaire. Ero arrivato.

O almeno così ingenuamente pensavo. 

Con Roberto rimanemmo amici fino alla fine, avevamo sempre in testa l'idea di fare qualcosa insieme, e ci riproponevamo che prima o poi... Purtroppo quel prima poi  non si ripresentò mai, ma quegli otto episodi di Beppe Starnazza saranno sempre il sigillo di una amicizia indelebile.

Questa è la prima storia che abbiamo pubblicato su Linus, a seguire un'altra: "Sbattimenti", che a Vincino (altro genio del disegno e della satira), piaceva un sacco. 



























lunedì 11 settembre 2023

TRAXMAN

 Dopo un po’ di tempo dall’inizio dell’avventura Trax, dopo un pò di fanzine di vari formati, di cassette, di registrazioni casalinghe, di fotocopie, di colla e collage, Vittore Baroni pensò che era il momento di fare un fumetto con un personaggio che fosse il testimonial di quello che stavamo facendo. Nacque Traxman, agente segreto senza alcun superpoterieche si muoveva in un universo di personaggi bizzarri, pieno di riferimenti al nostro mondo, ai musicisti che ci supportavano, agli artisti con cui eravamo in contatto. Inizialmente lo pubblicavamo a singhiozzo in allegato alle vaie produzioni Trax, come albetto di 8 pagine. Publicammo qualche puntata, ma ci fermammo prima del finale. Pochissimi anni dopo (ma sembravano passati decenni,  negli 80 un anno ne valeva 7, come gli anni dei cani) io e Vittore rielaborammo quelle storie per Vincenzo Sparagna, in una edizione di lusso, con un formato più grande e a colori. Qui potete vedere due versioni del primo episodio a confronto. Vennero pubblicati su Frizzer prima, e successivamente su Tempi Supplementari. Ambedue erano costole di Frigidaire, create per dare spazio agli autori giovani che stavano stretti nella testata principale, e allora si videro le storie di Giuseppe Palumbo, Di Sebastiano Vilella, Cicarè, Visintin, anche il fratello di Tiziano Scarpa, che si chiama Daniele ed è un bravissimo disegnatore. Non dovete pensare che si trattasse di una palestra dell’ardimento solo per giovani, perchè ci pubblicavano anche gli autori della testa principale. Lì Andrea Pazienza disegnò e scrisse “La leggenda di Italianino Liberatore”, una rutilante storia dedicata all’autore di RanXerox. Andrea in teoria era il direttore artistico (anche se come al solito il lavoro grosso se lo spazzava Filippo Scozzari), come al solito un pò c’era e un po’ no, ma quando c’era era un lampo. Non so bene cosa pensasse delle storie di Traxman, assolutamente scombinate e spesso autoreferenziali, visto che per comprenderle in pieno bisognava essere dentro al nostro universo parallelo fatto di artisti e musicisti ai margini dell’industria e della società. Eppure un giorno scrisse di suo pugno il riassunto delle storie precedenti per una pagina introduttiva all’ultima puntata della storia di Traxman. Con una competenza e una lucidità che mi lasciarono sbalordito. Evidentemente si era letto tutte e storie. A parte un refuso in cui Il Barone Littorio era diventato il Barone Vittorio (chiaro riferimento comunque a Vittore), tutto filava liscio. Evidentemente il nostro Traxman conviveva perfettamente con altri personaggi dell’universo Frigidaire, primo tra tutti Snake Agent, l’eroe plagiarista del Geniale Stefano Tamburini ( anche se Stè non l’avrebbe ammesso mai). 






















giovedì 24 agosto 2023

Il Club Fantascienza Padova e Ultima Notte

Il Club Fantascienza Padova stava situato sopra a un bar latteria del centro, ed era ricavato dai locali-magazzino e soffitta dello stesso bar, che divideva con una libreria adiacente. Il padrone del bar (Toni) e il padrone della libreria condividevano la stessa passione: la fantascienza. Era difficile capire perché, visto che Toni, un panzone con gli occhiali spessi due centimetri e l’abitudine di farci fare da cavie per frappé di sua invenzione (“puah!, ma che cos’è questa roba?” - “latte e Campari!” ), tutto sembrava tranne che un’intellettuale. Era la persona più malvagia che conoscessi. Una volta si era seduto sul muretto antistante al bar, la sera, mentre una tossica di lungo corso si stava facendo una pera : “cazzo guardi?” - “Niente, aspetto che muori”.

Da una parte si aveva il sospetto che Toni usasse il Club di Fantascienza come spazio per oscure cerimonie notturne, di cui insisteva a volerci far vedere le foto, dall’altra era davvero un sincero esperto appassionato: sapeva tutto della fantascienza della Golden Age.

La biblioteca del Club era fornitissima, e costituiva da polo d’attrazione per un sacco di nerds disperati, anche se all’epoca non si chiamavano così, erano solo degli stramboidi.

C’era Fabio Bubu, uno dei primi punk di Padova, occhi di ghiaccio, impermeabile nero stracciato, una fascia al braccio con su scritto “Hiroshima” e un cerotto sul naso che non tolse per 3 anni, fino a che non fu costretto a farlo perché rischiava di perderlo, il naso.

C’era Nello, grande appassionato di Philip K Dick e di William S. Burroughs, che era attratto morbosamente dai racconti dei malati di mente che stazionavano davanti all’ex manicomio di Brusegana, nella periferia patavina, e che annotava su un taccuino. Col tempo saremo diventati amici e avremmo lavorato molto insieme, lui con lo pseudonimo di Mimì Colucci.

C’era Loris, un ragazzone palestrato che sembrava Conan da giovane, appassionato (ma va?), di fantasy e psichedelia, nel futuro sarebbe andato a Berlino, avrebbe occupato uno squat, avrebbe sposato una giornalista televisiva, ma non tutto in quest'ordine e in tempi diversi.

C’era Mauro Gaffo, leggermente più vecchio di me, che mi coinvolse per un anno come disegnatore della sua micro-fanzine di fantascienza ciclostilata “Quark” (molto prima della trasmissione omonima). Più avanti sarebbe diventato il direttore della rivista di scienza-e-curiosità-da-leggere-in-spiaggia Focus, e questo vuol dire che aveva idee molto più precise delle nostre su come far soldi fin da piccolo. Dio, quanto odiavo disegnare con un orrido stilo di metallo sulle matrici da ciclostile cercando di non strapparle!

Il Club era uno dei pochi circoli di SF che ogni anno premiava con la favolosa cifra di Un Milione il miglior racconto di fantascienza amatoriale d’Italia, per cui arrivavano montagne di racconti di aspiranti scrittori, e anche di professionisti a cui facevano gola quei soldi. Il più prolifico si chiamava Daniele Brolli. Si ostinava a mandare racconti, e anche illustrazioni. Era particolarmente odiato da Toni, che quando vedeva la busta con il suo indirizzo come mittente non mancava di fare la solita sua battutona “riconoscerei che è roba sua già dalla spussa di quel che c’è dentro”. A me invece non dispiacevano né i racconti né le illustrazioni, ci vedevo qualcosa di compatibile con la direzione che volevo dare ai miei fumetti, anche se non sapevo quale. Arrivarono, non mi ricordo nemmeno attraverso quali canali, anche delle buste con delle fotocopie di un giovane dotatissimo Andrea Pazienza. 

Uno dei miei scrittori preferiti era Giorgio Placereani, di Trieste. La qualità dei suoi racconti era sempre ottima, e avevano dentro sempre almeno un’idea originale: una società in cui il rumore era un crimine, un medico professionista pagato dal governo per trasformare i cadaveri dei dissidenti uccisi dalla polizia in alieni per giustificare un regime autoritario… cose così.

Nel Settembre del 1979 andai a Milano con Loris. Lì in una specie di cascina si svolgeva un festival di fantascienza “comunista”(come lo definiva Toni), organizzata dal collettivo “Ambigua Utopia", a cui faceva capo Antonio Caronia, professore universitario dalla capigliatura alla Napo Orso Capo. Si parlava della fantascienza sociale come interprete ideale della contemporaneità, e tra un film di fantascienza russo e una sfilata per il centro città con costumi da alieni in cartapesta incontrai anche Daniele Brolli. Era di poche parole, ma mi sembrò un tizio molto determinato.

Lo rividi a Lucca Comics un paio di anni dopo, insieme a Igor Tuveri. Io avevo già pubblicato sul Il Mago Mondadori, che nel frattempo aveva chiuso i battenti, e mi apprestavo a prendermi un anno di pausa perché avevo scelto di svicolare il militare facendo servizio sociale. All’epoca trovai Daniele e Igor particolarmente urticanti. Avevano una battuta sarcastica su tutto e tutti, mi sembravano arroganti e presuntuosi.

D’altra parte non penso esistano rivoluzionari gentili e amichevoli. Avrei imparato ad apprezzarli col tempo. Mi davano l’idea di pensare che non ero all’altezza. All’altezza di che? Non importava, non lo ero e basta. Paranoie mie in cui era così dolce crogiolarsi.

Ultima Notte è una storia inedita, ed è il risultato di quegli anni passati al Club SF di Padova.

Visto e considerato che non pensavo di essere uno scrittore molto dotato avevo contattato Giorgio Placereani, e gli avevo chiesto se potevo ridurre a fumetti i suoi racconti. Questo era il terzo, dopo L'Uomo dei Mostri e Rumore e Silenzio. Un racconto dietro l’altro il mio modo di disegnare cambiava. Non avevo contatti con gli altri autori, ma nelle nostre camerette ascoltavamo le stesse musiche, nei cinema pidocchiosi scoprivamo gli stessi film e registi... Quando vidi quello che stavano pubblicando gli altri restai abbastanza di sasso: eravamo arrivati alle stesse conclusioni. Qui il mio disegno risente di un eccessivo e ingenuo abuso di linee seghettate, linee tratteggiate, frecce e paccottiglia dell’epoca... Ma era capitato così. Per me era un modo per sottolineare e affermare con una linea retta: “Hey, lo sto facendo proprio ora, e sono modernissimoooo”.

Che stupido.

Di questa storia feci una versione pop up, con delle parti ritagliate che si alzavano, poi provai a trasformarla in un gioco, con le pagine collegate tra loro a leporello, e delle regole assurde che corrispondevano ai colori e a quello che succedeva nelle vignette. Era impossibile da realizzare per un editore, ma già corrispondeva all'idea di un fumetto esplosivo, in grado di uscire dagli schemi, dalla vignetta e dalle riviste.























mercoledì 2 agosto 2023

Buddy Be Bop

 Sono in treno, ho compiuto da poco 18 anni, e sono stato con la mia classe a Bologna, in gita scolastica. E’ il 1979.

Due anni prima  Bologna ha vissuto l’invasione dei ragazzi del Movimento del ’77, con dibattiti fiume sulla repressione. E gli indiani metropolitani. E sui rapporti con il PCI. E sul comunismo. E sul femminismo. E se il privato è politico. Eccetera.

A  quasi due anni di distanza il dibattito si è un pò calmato.

A Bologna è arrivato un fiume di eroina a basso prezzo, ma gli eroi del Movimento sono al momento solo parzialmente scimmiati.

Una piccola parte è già entrata nella clandestinità.

Le Brigate Rosse hanno rapito e ucciso Aldo Moro.

A Febbraio un sacco di ragazze dell’istituto Grafico Enrichetta Usuelli Ruzza (presso cui studio), si sono travestite da Anna Oxa, che ha scandalizzato la platea di Sanremo vestendosi da punk.

La sua canzone è abbastanza fru fru, ma resterà nella storia come una delle prime canzoni new wave italiane destinate a un pubblico pop.

Non è vero. La canzone è una merda.
La canzone è stata scritta da quel  paraculo di Ivan Cattaneo, che a onor del vero è un gran conoscitore di quel che succede a Londra, ma questa è un’altra storia.

Il raduno del Movimento di Bologna del ’77 si chiude con un concerto di Claudio Lolli, ( cantautore talmente mesto da diventare il termine di paragone per  tutte le canzoni deprimenti possibili), ma c’è anche uno strano ensemble rumoroso che firma uno dei concerti più rilevanti (oltre a rischiare il linciaggio da parte dei militanti di Autonomia Operaia).

Si chiamano “Centro d’Urlo Metropolitano”, e una buona parte di loro andrà a formare negli anni successivi i GazNevada, gruppo mitico della prima ondata punk-new wave bolognese.

Si presentano con “ Mamma dammi la Benza”. 

Ma torniamo sul treno.

Sul treno trovo Alberto, uno studente di Padova, appassionato  glamrocker.

Ha lasciato Padova, e si è trasferito a Bologna, e favoleggia di un locale dove si ascoltano gruppi dai nomi evocativi e sconosciuti : Ultravox, Pere Ubu, Contortions, Siouxie and the Banshees, Magazine…

Il locale si chiama Punkreas. 

Un mese dopo, nel corso dell’”Altra Domenica”, programma pomeridiano della domenica condotto e ideato da Renzo Arbore in concorrenza con “Domenica IN” di Pippo Baudo vedo gli Skiantos, che eseguono “largo all’avanguardia”, e subito dopo un paleovideo dei DEVO : “Satisfaction”.

La mia vita cambia. 






La storia che segue l’avevo scritta e disegnata due anni dopo per Il Mago, una rivista che doveva essere la risposta della Mondadori (con forte ritardo) a Linus e ad Eureka, mensili che da anni facevano da contenitori per fumetti stranieri e da palestra per gli autori italici. Il Mago cambiò più volte direzione, e nei suoi ultimi anni di vita venne affidata a Beppi Zancan, a cui fu detto molto chiaramente che non c’erano soldi per autori famosi, ma questo incentivò la ricerca di giovani talenti. La rivista pubblicò i primi lavori di Giardino, di Scozzari (con lo pseudonimo di Winslow Leech, nome mutuato dal protagonista del fantasma del Palcoscenico di Brian de Palma), di Carpinteri, le digressioni non-disneyane di Giorgio Cavazzano e tra le altre cose anche me.

La prima volta pubblicai a 19 anni, avevo mandato alla redazione un sacco di storie di sapore punk fotocopiate malamente, e Beppi ci trovò dentro qualcosa, ma risparmio ai lettori la prima pubblicazione (“I cavai Xe Stanchi”), perché esiste un limite all’orrore che si può sopportare. Mi risulta ancora oscura la ragione che spinse lo Zancan a pubblicare quelle tre pagine di puro delirio in lingua veneta, forse avevo fatto scattare qualcosa nel suo profondo retaggio genetico, non so… Il fatto è che dopo disegnai altre due storie, e Buddy Be Bop è quella che amo di più, pur nella sua ingenuità.

Ero assolutamente posseduto dal demone di Serge Clerc, giovane punk-dessineur francese di Metal Hurlant, decisamente meno fricchettone dei fondatori della rivista (Moebius, Druillet, Caza), e il mio disegno ne risente molto…

La storia voleva essere la versione post-punk di un classico plot da fumetto Horror della EC Comics, con la voce narrante fuori campo e la battuta finale. Pensavo di aver scritto una cosa abbastanza irrilevante, ma anni dopo Davide Toffolo (autore di fumetti e rockstar con la sua band 3 Allegri Ragazzi Morti), in una conferenza sui rapporti tra musica e fumetto dichiarò che la storia da piccolo gli aveva messo un certo nonsochè in testa. 

Beh, grazie.

















lunedì 24 luglio 2023

L'Osservatore: introduzione.

 


Tutto è cominciato così:

Diversi anni fa credo che ormai ne siano passati più di venti, quando Francesco Coniglio aveva partecipato come editore al progetto Sexorcismo, (mostra+ libro catalogo editato e pubblicato da lui), Francesco mi disse che aveva un'idea: "perchè non fai il tuo -prima pagare e poi ricordare?". Prima pagare poi ricordare era un mitico libro di Filippo Scozzari sulle sue vicissitudini editoriali pubblicato da Castelvecchi-Coniglio, scritto benissimo e sapido di tutte le sue considerazioni taglienti sul mondo del fumetto che lui aveva attraversato. Io avevo sempre declinato l'idea, perchè il confronto faceva tremare i polsi. Poi, nel corso degli anni, ho avuto un'idea che fosse una personale visione sul mondo del fumetto come attraversamento dei decenni, e di come la mia vita ed elementi socio-storici si mischiassero con la mia produzione di storie brevi. Una antologia sui generis, una raccolta delle mie storie brevi dagli anni 80 ad oggi, ognuna corredata da un breve racconto scritto che raccontasse l'epoca e le vicissitudini relative al periodo in cui quel racconto specifico era stato scritto e disegnato. Sarebbe diventata una mappa su come un certo tipo di fumetto si era sviluppato e modificato nel corso di 40 anni. Poi Francesco aveva avuto le sue varie rogne editoriali e il progetto era rimasto lì. Francesco non era in grado di pubblicarlo. Il progetto era passato da una mano all'altra, da Rizzoli Lizard a Bao, e si era sempre arenato. Troppo difficile, troppo grosso. Nella sua versione snella, scremando varie storie brevi, era comunque un mammouth di 350 pagine. Un anno fa Francesco, nella sua generosa follia, mi disse: "questo è il momento, ho le risorse per farlo!". Ma davvero? "sì, sarà bellissimo". Feci un progettino, un pdf con le prime 40 pagine di esempio. Francesco mi disse che era una bomba. Poi Francesco come al solito venne preso dai suoi mille progetti: Heavy Metal, Anime etc, ma anche i primi libri della neonata Francesco Coniglio editore. Il sogno persisteva, e probabilmente prima o poi ce l'avremmo fatta. Dovevo andare a Roma per parlarne con lui, ma quando potei spostarmi per andarlo a trovare era già finito all'ospedale. In questi giorni ho riflettuto molto su cosa farne del progetto. L'ho passato a un paio di soggetti, ma non so, non sembra interessare nessuno, o per meglio dire, interessa, ma spaventa. E allora ho pensato che forse in onore di Francesco e dei nostri sogni potrei scrostare il mio blog dalla ruggine e pubblicarlo piano piano lì, almeno da qualche parte ne resterà traccia, poi se a qualcuno interessa meglio. Ma sarà sempre il progetto mio e di Francesco, su questo non ci piove:



Ecco qui di seguito Il piano dell'opera :

Ho cominciato a fare un elenco e una scelta delle storie che andrei a mettere nel libro.

Ho fatto una cernita di storie che segnano varie tappe di lavoro, e che possono essere accoppiate ad un momento particolare che mette insieme sia le mie esperienze personali sia la storia del fumetto “indipendente e no“ italiano.

Quello che segue è un primo elenco sensibile di cambiamenti, ma è utile per avere un’idea dell’ossatura del libro, dove serve ho aggiunto delle note. 

Premetto che ho scelto solo le storie prettamente a fumetti, non ho messo illustrazioni o cicli di arte e design.

Ogni storia verrà preceduta, come da progetto, da una pagina di testo, che potrebbe contenere a corredo una piccola illustrazione o una foto.

Accanto al titolo di ogni storia breve ho aggiunto numero di pagine, data di realizzazione e testata su cui è stata pubblicata. Non sono precise al millimetro, ma mi riservo di controllare meglio in corso d’opera.





1: Buddy be Bop- 6 pagine  Il Mago Mondadori. 1980

2: Rumore e Silenzio- 27 Pagine

originariamente realizzato nel 1981, e rimasto inedito finché non è stato pubblicato da Frigidaire

nel 1991

3-Trax vietato ai Minori - 5 pagine per l’omonima fanzine- 1981

4- Ultima Notte - 14 Pagine - inedito 1981

5- Traxman- 8 pagine- Inedito -1982.

personaggio creato per Trax insieme a Vittore Baroni, e successivamente realizzato a colori per Frigidaire e Tempi Supplementari nel 1984. Queste sono le prime tavole in bianco e nero. 

6- Beppe Starnazza e i Vortici- 8 Pagine- Linus 1983.

7- Uomo Nero- 8 pagine per AlterAlter

8- Rimembranze di Mimì Colucci- 5 pagine per Frigidaire 1983

9- Praticamente Natale- 20 pagine- Linus 1983

10- Cose Viventi- 9 pagine -Alter 1984

11- Viviane Knaupp- 5 pagine per Frigidaire 1984

12- Alice Alice- 10 pagine - Frigidaire 1984

13- Chromorama- 10 Pagine- Frigidaire 1984

14- Stars falls in Abilene- 10 Pagine Alter 1984

15- Sad Soap Opera - 6 Pagine  Frigidaire 1985

16 - Olio Solare all’aroma di Cocco- 5 pagine Alter 1985

17- Thriller (storia per speciale Mr Fantasy) 5 pagine Alter 1985

18- La memoria del Meccano- storia inedita 10 pagine  1985

19- Glorya e Vyctorya- storia breve + striscie 10 pagine Alter 1985+ Dolce Vita 1986

20- I Nipoti del Faraone - 8 pagine Frigidaire 1986

21- Canimalismo- 6 Pagine-  Alter 1986

22- Giornalini- 10 pagine Alter 1986

23- Rockerilla- 6 Pagine varie 1987

24- Fuochi d’archificio- 6 pagine Tic 1988

25- Un panino all’albicocca-  7 Pagine  Frigidaire 1988

26- Califorgna e Milano Nightmares-  4 Pagine Tic1989

27- Mr Colucci - 6 pagine strips per Cyborg -1990

28- Zom-Boy- 8 pagine- Nova Express 1991

29- Donna Insensibile-  8 pagine Nova Express 1991

30- Giardino d’Infanzia-  8 pagine Talking Heads 1993

31- Uomo Illustrato 6 pagine - Tattooo comix 1996

32- Bassi Istinti-  8 pagine Black 1997

33- Suzie Miss Dead-  8 pagine Blue 1998

34-Ruggine di Stelle - 9 pagine Blue 2000

35- Cinema Roma- 9 Pagine Orme 2004

36- L’Eremita- 6 pagine Blue 2005

37- Bogie-  6 pag Strips per XL Magazine 2006-2013

38- Gaznevada- 2 pagine per Lamette Comics 2009

39- Zeroguida Milano  8 pagine- 2011

40- Padovani brava Gente 2 pagine. Internazionale 2012

41- Arty Party-  2 pagine Frigidaire 2012

42- Ogni Maledetta estate è Natale -2 Pagine Internazionale 2019

43- Haha- 6 pagine Linus 2020

44- Come Vite Distanti 1 pagina - 2020