domenica 14 ottobre 2012

Bassi Istinti


Un giorno , stanco di dovermi sorbire dagli studenti del mio corso di fumetto pippe autoreferenziali e storie brevi con pretese poetiche e filosofiche decido di tentare un esperimento. 
Ogni studente sarà costretto a scrivere e a disegnare una storia di otto pagine contenente delle parole scelte a caso dal vocabolario. Non devono seguire necessariamente la sequenza con cui sono state scelte, e possono anche comparire sotto forma di immagini, devono però far parte integrante della storia, e non possono essere solo un elemento decorativo. Allora, scegliamo le parole nel seguente modo: bendiamo uno studente, gli facciamo aprire un vocabolario e puntare il dito su una riga (naturalmente viene scelto, una volta eliminati verbi, aggettivi, articoli etc…il sostantivo che si avvicina di più al dito dello studente). 
Otteniamo il seguente risultato:
NANO, APPARECCHIO PER I DENTI, POLENTA, SCIMMIA, VOODOO, SPILLA DA BALIA, TESTOSTERONE, OSPEDALE PSICHIATRICO, ITALIA MERIDIONALE, CINEMA, SINGHIOZZO, ALLUCE, CATRAME.
Per dimostrare che non si tratta di un'impresa disperata e impossibile mentre gli studenti producono la loro opera, anch'io realizzerò una storia di 8 pagine.
Sta a voi lettori adesso rintracciare dove e come sono state utilizzate le parole in questione.
Ne è venuta fuori una storia breve che consegno a Igort per Black, rivista della Coconino editore di cui lui è direttore editoriale. 
"il disegno è buono, ma la storia è davvero assurda! Ma come ti è venuta in mente una roba così, da scocomerati!". 
Caro Igort, ora lo sai.











2 commenti:

  1. Non trovo ALLUCE... in compenso nella cucina dell'ospedale c'è una citazione del dispenser Mr. Cold.

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  2. eh eh, questa era difficile, perché le regole erano che non necessariementew dovevi nominare le cose, ma solo farle vedere, e a pagina sette, penultima vignetta si vede che gli fanno male gli alluci.

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