3 mesi fa scrivevo questo breve testo, una specie di riassunto della mia vita in breve.
Ero molto depresso, e francamente non sapevo cosa sarebbe successo poi. Oggi ho definitivamente smantellato l'appartamento di Milano, Il futuro resta incerto, ma sono ancora vivo, per la cronaca si può sopravvivere anche lontano da Milano (anche se non sono andato via, il mio spettro si aggirerà ancora negli anni a venire).
Quest' anno ho compiuto 51 anni. Da 33 disegno da professionista in diversi campi della creatività. Fumetto, illustrazione, design, arte, animazione, web design. Non mi sono fatto mancare nulla.
In più ho suonato in 3 band diverse, l'ultima delle quali (Massimo Giacon & The Blass), è ancora in attività, anche se non abbiamo mai fatto un disco, visto che le case discografiche sono carne morta e che i cd stanno diventando obsoleti. Volevamo fare un vinile, un 16 pollici, come le vecchie bande rockabilly. Avevo anche fatto la copertina, avevamo composto i pezzi, poi tutto si è perso nei mille rivoli delle cose che faccio. Faccio troppe cose contemporaneamente.
Il 19 Maggio abbiamo fatto il nostro ultimo concerto allo Zoom, con contorno di puttane russe che ci han chiesto di dedicare un pezzo alla loro amica Ana e una rissa finale con dei marocchini fuori dal locale. In realtà la rissa l'abbiamo vista, non abbiamo partecipato perché siamo troppo timidi e poco aggressivi. Diego, il bassista, e Fabio, il batterista, sono pure più timidi di me, che nascondo la timidezza facendo le troppe cose di cui sopra.
Oggi, dopo 25 anni, ho preso la decisione di andarmene da Milano.
Non sono uno di quegli snob che se ne va perché "questa città non ha più niente da dire", le città la dicono sempre più lunga di te. Me ne vado banalmente perché non riesco più a mantenermi qui.
Mi rendo conto che ho vissuto al di sopra delle mie possibilità fino ad ora, sperando sempre che prima o poi sarei diventato sufficientemente ricco, ma non siamo in televisione, ed evidentemente non ho trovato la strada giusta per fare i soldi soldosi. Eppure ne ho fatte di cose, ma non farò l'elenco ormai frusto che si addice più al replicante di Blade Runner che a me.
Mi accorgo di non essere troppo speciale, sono un supereroe con un potere inutile.
Questo è stato il tema di una delle mie ultime performances in una galleria d'arte, dove mi sono vestito da supereroe con una tovaglia da cucina per mantello, una maglietta di Superman comprata da non me lo ricordo (ho pure vuoti di memoria) e i pantaloni del pigiama.
Davanti a me ho messo un cappello e un cartello "Ho Fame, e un superpotere inutile, fate la carità".
Ho raccolto 8 € (un pasto da MacDonald), la gente si è divertita.
Il mio superpotere consiste nel disegnare contemporaneamente con due mani la stessa cosa, ma speculare. Ve l'avevo detto che è un superpotere inutile.
Ho da poco iniziato a pagare il mutuo di casa, a Padova, che è la mia città di origine, da cui sono fuggito quando avevo 24 anni e mia madre si era ammalata di tumore alle ovaie, le cose non sono state conseguenti, anzi, ho fatto il possibile per starle vicino e dare una mano a mio padre, anche dopo che lei è morta.
Lui poi è stato colpito da sindrome ansioso-depressiva bipolare, cosa che si è portato dietro per altri 20 anni fino alla tomba. Per un po' per me è stato un ottimo capro espiatorio per il mio mancato raggiungimento del successo planetario, ma dopo la sua morte non è che sono diventato the king of art.
Io sono andato avanti e indietro tra Padova e Milano in tutti questi anni, anche perché da 22 anni sto con Nicoletta, amore che ho conosciuto a scuola, e che con me e come me ne ha passate tante. Ora siamo nella nostra bella casa, anche se più che "nostra" dovrei dire che siamo nella casa di una banca, che ci permette di stare qui finchè paghiamo .
In un momento di euforia abbiamo deciso di comprarla, e proprio quando abbiamo finito i soldi della ristrutturazione abbiamo cominciato a pagare un mutuo che si potrebbe definire con un eufemismo "interessante".
Ho lavoro, un'azienda grossa di design mi fa disegnare degli oggetti inutili che forse questo Natale nessuno comprerà, poi ho in ballo un'altra decina di cose che sono sempre avvolte nelle nebbie del futuro, nelle nebbie dei pagamenti che ritarderanno e dei progetti che forse andranno in porto e forse no. So già che non basta.
Le tasse mi strangoleranno quest'anno, l'anno scorso ho fatturato bene, peccato però che quest'anno non ho fatturato quasi un cazzo, per cui con cosa le pagherò? E in più ho messo tutti i soldi nella casa.
Nel mondo parallelo dei miei amici di Twitter e di Facebook vengo percepito come uno molto fortunato, che ha fatto un pochino la storia del fumetto in Italia e un pochino la storia della musica new wave, e un pochino della storia dell'arte new pop, e un pochino della storia del design ludico. Chissà perché allora mi sento così miserabile?
Ho molta paura, ma sono stato tutto sommato un bambino quasi felice fino adesso, e forse è quanto basta.