L'Eremita
Un giorno mi scrive Marco Corona e mi chiede di disegnare un racconto breve per un suo progetto, una serie di storie collegate alle figure degli Arcani Maggiori dei Tarocchi.
Le sceneggiature sono state scritte da vari autori, tra cui (una persona che non nominerò, e poi capirete perché).
I racconti di (persona che non nominerò), sono molto belli, e originali, e vengo colpito da una sceneggiatura in particolare, legata alla figura dell'Eremita. Decido di disegnare quella.
La sceneggiatura di (innominabile), è molto interessante: in pratica la storia si sviluppa su due piani, un piano narrativo quasi classico, con una storia muta con sorpresa finale, e una specie di poesia-litania che costituisce una sorta di flusso di pensiero, un borbottio aulico che ritma la storia, che può però anche essere letto indipendentemente, come una specie di noise collegato con il protagonista della storia, come se un malato di mente stesse borbottandoo in un angolo da solo, poi se ci avvicinassimo ad ascoltare il suo bisbiglio ci accorgeremmo che sta parlando di noi.
La storia è piena di elementi grotteschi e abbastanza pornografici, anche se allo stesso tempo non è pensata per eccitare sessualmente.
Per le varie ragioni che regolano il mondo editoriale indie il progetto non andò in porto, per cui mi ritrovai con una storia che pubblicai prima su Blue (Ferruccio Giromini la lesse dandone la seguente recensione a voce: "machecaz?"), poi la misi sul web in un sito curato da Sandro Staffa e David Vecchiato che inseriva vari materiali creativi .
A questo punto un piccolo dramma si consuma.
Mi scrive lo sceneggiatore (che non nominerò) chiedendomi di togliere la storia dal sito.
Sulle prime penso che sia arrabbiato con me per qualche ragione a me ignota, poi mi spiega che ora è insegnante in un college americano, e che se gli studenti curiosi andassero a fare una ricerca su di lui in Internet scoprendo quel materiale lui potrebbe rischiare il posto, visto che gli americani sono molto rigidi sulla moralità degli insegnanti (bah!). Ah l'America, patria della libertà di espressione! Puoi scrivere quello che vuoi, ma se non mi piace ti licenzio (d'altra parte anche questa è la mia libertà di espressione).
Qui c'è la storia, ma ho dovuto cancellare il nome dello sceneggiatore, cosa strana in questi tempi di sciagurato protagonismo e di persone che ti citano se non li citi a dovere.
Non scervellatevi a cercare di capire chi è, non è famoso nel mondo del fumetto, però secondo me è un peccato, perché è un genio. Tuttora trovo il testo (se avete la pazienza e gli occhi aguzzi per leggerlo), semplicemente bellissimo.