Avevo più o meno 18 anni, e alla radio facevano sentire quelli che definivano, "i nuovi cantori della new wave all'italiana", e tra le tante canzoni imbarazzanti emergeva " Attori malinconici", di Faust'O, che riuscii a registrare al volo dalla radio, e la misi alla fine di una cassetta in cui avevo registrato Bowie.
Era il finale perfetto. Ascoltavo Station to Station e poi, alla fine, con un pò di fruscio, appariva la canzone di Faust'O, al secolo Fausto Rossi.
Faust'O ha fatto un pò di dischi, dischi di culto per molti. La sua voce roca e bassa, la sua maniera surreale di scrivere i pezzi erano qualcosa di personale nel panorama italiano, poi come molte piccole leggende degli anni 80 è sparito, per riemergere qualche anno fa dalla nebbia.
Ieri sono andato a vederlo in un locale sgarruppatissimo. Mia sorella faceva la dj e mi ha avvertito che ci sarebbe stato, e siccome praticamente il locale era dietro casa, allora ho detto "perchè no?".
A volte i "perchè no?", bisognerebbe lasciarli perdere.
Il concerto doveva essere per le 21, ma è cominciato verso mezzanotte.
Fin qui va bene, ma si sa che se in veneto si comincia ad aprire un locale alle 21 a mezzanotte sono già tutti ubriachi spolpi.
A parte questo piccolo dettaglio in questo locale ricavato da un vecchio locale in stile country and western, risistemato alla buona e colmo di cianfrusaglie che dovrebbero essere portate in discarica trovo un bel pò di gente giovane piena di entusiasmo e di voglia di fare, che quando Faust'O pubblicava i suoi dischi non erano nemmeno nati, un pò di vecchi punk, alcuni strizzati dentro chiodi di pelle che li trasformano in salumi e altri con accenni di parkinson. Un pò di tristezza e di birra aromatizzata alla canapa. Le due band di supporto sono:
1- Banda di shoegazer che dopo un ora di prove si esibisce in una mezz'ora di musica che un pò ricorda i Sonic Youth, un pò i Radiohead e un pò tutte le band indie del mondo, anche se negli ultimi 50 secondi mi son piaciuti.
2- l'altra band improvvisa, sono tutti molto bravi tecnicamente, ma dimenticano la regola che un gruppo spalla dovrebbe suonare per molto meno tempo rispetto all' headliner.
Faust'O l'ho visto già prima che inizi a suonare aggirarsi nel locale, è gentile, smarrito e molto vecchio e stanco, sembra Patty Smith e anche un pò la Befana. Ha un maglioncino blu, un paio di pantaloni marroni e delle scarpe scamosciate. Sembra l'utente tipico dell'usl del primo mattino e mi dico "speriamo bene".
Sale sul palco e ci mette 10 minuti buoni a sistemare il leggio insieme ad un'altra persona, quando sto pensando se è il caso se fare un salto a casa per prenderne uno di aggiustato inizia il concerto.
Prima vuole recitare una poesia di Burroughs, per fortuna prima che la gente cominci a toccarsi i maroni la poesia finisce, ed è pure bella: "Thanksgiving day", poi iniziano a suonare.
La band è formata da ragazzi preparati e quadrati, suonano precisi, lui inizia a cantare un pò imbarazzato, la voce si sente poco, ma mano a mano prende coraggio e si fa più decisa.
Sembra quasi ringiovanito, ogni tanto. Anche se viene interrotto da imprevisti (ubriachi sul palco, perdita dei testi da leggere che non ricorda più, faretti puntati sugli occhi, il leggio che sale e scende, il rischio di inciampare sui cavi), so che porterà avanti il concerto eroicamente.
Ogni tanto si guarda intorno e si mette a ridere da solo, come a dirsi :"che ironica è la vita".
Io non aspetto che finisca, è tardi, affronto la stradina piena di fango che mi porta a casa, troppi attori malinconici per me stasera.
Quest'anno sono a Lucca Comics come osservatore.
Non è un ruolo che mi è stato dato da chissà chi, ma dal momento che non avevo libri in uscita e che potevo permettermi 4 giorni di festa ho deciso di andarci.
A me piace fare l'Osservatore, ma mi rendo conto che il mio atteggiamento sornione e solitario viene visto in maniera strana in questo ambiente. A volte leggo negli occhi degli interlocutori la domanda "è venuto qui senza nessun libro da promuovere e va anche a sentirsi le conferenze! Ma cos'è, matto?".
Per me Lucca Comics, come Treviso Comics, come il Comicon di Napoli, sono una occasione piacevole, insieme al Bil Bol Bul di Bologna (che però frequento meno assiduamente). Gli altri festival li frequento solo se invitato, non per cattiveria, ma semplicemente perché ho anche una vita e diversi lavori da seguire e se uno andasse a tutti i festival sparsi per l'italia e nel mondo non ce l'avrebbe più una vita, poi per me i giorni in cui vivo queste kermesse affollate, spesso piovose, piene di cibo velenoso e di cessi chimici, di sudore, di mal di piedi e di schiena, di editori e di operatori del settore che si lamentano o che sono eccitati per motivi futili sono una specie di dipendenza. Un pò come fare fumetti.
Quando incontro gli autori di fumetti uno degli argomenti top di cui si parla è sempre quello: Soldi.
Quanto paga quell'editore, quante copie hai venduto, se vale la pena autoprodurre un progetto, quell'editore è alla canna del gas, quell'autore ha mollato perchè è diventato papà e adesso lavora per un idraulico, è entrato quell'editore nuovo che paga bene e naturalmente tutti ci si buttano addosso subito come avvoltoi e lo spolpano, quell'autore è bravo ma non se lo caca nessuno, quell'autore fa cacare ma tutti lo fanno pubblicare, perchè? E naturalmente un pò di gossip su Recchioni, che tanto non si negano a nessuno in nessun festival italiano che si rispetti.
Quest'anno ho notato che era un pò meno di moda prendersela con lui per qualsiasi male del fumetto italiano, forse perchè tutti quelli che 5 anni fa dicevano "durerà poco" si sono arresi all'idea che il fumetto è destinato a fare i conti con lui per un bel pò, nel bene e nel male.
Ah che bello! Finché le polemiche sono queste per lo meno il mondo delle bollette da pagare, del lavoro che si accumula, del governo etc etc è tagliato fuori. Per modo di dire.
Scoppia la polemica sul matrimonio di Dylan Dog, che si sposa con? Groucho.
Beh bella sorpresa. Gente che si strappa le vesti per niente, questa storia del matrimonio di Dylan con Groucho è come la morte di Superman, o Batman paraplegico. Tutto cambia, ma poi si riforma, tranquilli, su.
Altra polemica per dei cosplayer vestiti da nazisti. Stupidi loro, se avevano l'accortezza di vestirsi da nazisti zombie tutto filava liscio. D'altra parte ci sono pacchi di cosplayer vestiti perfettamente in assetto da militari di tutte le fogge, e non credo che siano frequentatori di centri sociali, i cosplayer vestiti da nazisti rendono solo più palese il clima che sta attraversando il nostro paese, mica perchè si parla di fumetti, anime, videogiochi etc si può pensare che siamo in un mondo a parte.
Quest'anno sono ospite, come spesso accade in questo periodo, da Vittore Baroni, esperto tuttologo di moltissimi argomenti (musica, arte, mail art, fumetti, letteratura, underground). Vive a Viareggio, sono 15 minuti di treno da Lucca, come prendere una metro di poche fermate a Milano.
Anche Vittore viene ogni anno coinvolto in qualche presentazione di libri, quest'anno per Jesse Jacobs (giovane talento psichedelico), e Igor Hofbauer ( grande disegnatore punk dell'est).
Ogni sera quando torno da Lucca Comics mangiamo e poi passo il tempo con lui a visitare la sua sterminata biblioteca e collezione di dischi dove c'è proprio tutto, e poi prima di andare a dormire ci vediamo qualche serie televisiva. Quest'anno abbiamo visto la pessima Guerra dei Mondi (serie inglese di sole tre puntate, per fortuna), maledetti inglesi, una volta erano sinonimo di qualità. Vediamo anche qualche puntata di Flea Bag, ma sono troppo stanco per apprezzare la sequela di battute ironiche e salaci, la mattina mi alzo alle 7 per prendere poi il treno delle 8 e scansare le folle che vanno al Comics (come lo chiamano i locali).
Praticamente in questi giorni tutta Viareggio e dintorni si sposta in blocco a Lucca, a giudicare dalle file chilometriche per prendere il treno del ritorno alla sera, tra ambulanze che raccolgono persone colte da malore, e bambini che mi pigliano a calci nello scompartimento del treno. E cani. E neonati. E carrozzelle gigantesche che fendono le folle come autoblindo. E cosplayer poveri. E cosplayers ricchi. E Steampunkers vestiti di tutto punto perfetti ma con lo zainetto Invicta di Hello Kitty e brutte scarpe da ginnastica. E manga che ormai non riconosco più. E quello vestito da Rocco Siffredi in vestaglia rossa ed enorme sacchetto di patatine. E un Messner farlocco in compagnia di uno vestito da Yeti. Mi fermo qui altrimenti l'elenco andrebbe avanti all'infinito, in un universo in cui tutte le creature immaginarie, cinematografiche e televisive formano un unico blog mormorante.
Presento il documentario di Daniel Oren sul rapporto tra mondo del fumetto e social.
Vado alla conferenza di Sio e Alfredo Castelli, in cui parlano dell'omino Bufo.
Alla conferenza di Fumettibrutti e Laura Scarpa rapido scambio di battute: Fosse venuta da te, tu avresti pubblicato FumettiBrutti? No. Bè tanto io ho vinto questo questo questo e questo. Prrr! dialettica stringata.
Leo Ortolani parla dello spazio.
Più tardi invece parla l'ospizio, ovvero io, Scozzari e Liberatore che discutiamo di Mattioli. In realtà siamo più giovani di tanti giovani! Come no? La mia schiena e una fastidiosa tendinite a un braccio dicono il contrario. Scozzari è sorprendentemente tenero e gentile. Massimo Mattioli se la riderebbe dietro i suoi glaciali occhi azzurri. Il tempo passa.
Giacon, ma sei dimagrito un casino, come hai fatto? Eh la cura dimagrante migliore è la malattia. A questo punto il mio interlocutore cambia discorso come se fossi un lebbroso oppure diventa molto protettivo.
Cosa farei per un pò di affetto...
Vado al ristorante l'Imbuto di Cristiano Tomei, dove espongono la mia carta da parati disegnata fresca fresca per Styl'Edition sotto la direzione artistica di GUM Design. Il ristorante è davvero nascosto. Dentro una costruzione medievale che ospita un meraviglioso giardino (pieno di cosplayer), c'è una porticina bianca, si suona un pulsante bianco e si entra in un ristorante bianco dove gentili cameriere vestite di nero mi lasciano fotografare tutto, ma ovviamente non essendoci Tomei non posso azzardarmi a elemosinare una degustazione. E poi non ho tempo, qui si corre da una cosa all'altra, vado al padiglione Editori di Piazza Napoleone.
Saluto Igort, fresco di investitura come regista di 5 è il Numero perfetto in giro per il globo, e parliamo di Linus, con cui collaboro da 6 mesi, e di nuovi assetti della rivista. In questo numero parlo di Stan Lee e Jack Kirby con due paginette spero divertenti.
Per un attimo ho una visione. Roberto Raviola, in arte Magnus, sta guardando dei fumetti vicino a me. No è un sosia, a meno che non sia il più intelligente cosplayer del mondo. La somiglianza è impressionante.
Passo a trovare Nik Guerra e Cristina in un padiglione contiguo. Nik, uno degli unici disegnatori dark- erotici-psychobilly-porno italiani, che in tempi in cui tutto deve essere politically correct mi dice che la gente non coglie più l'ironia dell'eccesso che stilla in gran quantità da tutta la sua produzione.
Firmacopie da Panini per il mio libro Ed è Subito Serial. Ultime copie siori e siore. Di fianco a me Chris Claremont con una coda di 400 persone. Nell'altro fianco Don Rosa, che in America confessa ormai non se lo incula più nessuno, ma qui fa una coda di 300 persone. Io ho davanti a me l'unico spazio di vuoto di tutta Lucca, e lo contemplo con fascino zen.
Il giorno dopo per fortuna mi rivitalizzo e parlo di serie tv in diretta streaming insieme a Marco M. Lupoi e Sefania Simonini. Noto anche che è uscito il ricettario della cucina di Downtown Abbey. Le ricette alla mia portata sono giusto un paio, tra cui l'insalata di sardine, che saprebbe fare anche un bambino di 4 anni.
Mi perdo LRNZ che disegnerà sotto ipnosi, mi perdo la conferenza di Stigma, mi perdo la Self Area, però faccio un salto al Borda festival, l'antifestival dove trovo gente che si incontra a tutti i festival underground d'Italia, e anche qualche mio ex studente sveglio.
Il quarto giorno piove di brutto, anche i giorni scorsi aveva piovuto, ma il tempo era stato abbastanza clemente, io che ho visto cosa diventa Lucca Comics di sabato e con la pioggia decido di tornare a casa, con il solito carico da urlo di libri, che probabilmente finirò di leggere l'anno prossimo.
Lascio Vittore e Viareggio, contemplo il quadro che ho fatto per lui in cui ritraggo i tre di Trax, ovvero lui, Piermario Ciani e me, con un pò di nostalgia, ma che non fa per me. Ci sono ancora tanti disegni da fare, maledizione.