All’inizio degli anni ’80 stavo ancora “cercando il mio segno”.
Uno pensa che un autore si metta lì, chiuso nella sua stanzetta come se fosse un antico alchimista, a sperimentare con carta e inchiostro faticosamente vergando segni e lambiccandosi il cervello fino a trovare la formula giusta, ma in realtà non è così.
Disegnando storia dopo storia, annusando l’aria, ascoltando musica e leggendo altri fumetti, alla fine, se sei un giovane con le antenne dritte qualcosa capita.
Sono stato contattato da Vittore Baroni e Piermario Ciani, che stanno mettendo in piedi TRAX, che in realtà nemmeno io capisco bene cosa sia. Piermario è fotografo e grafico, e collabora con il Great Complotto, che è una banda di squinternati che a Pordenone si sono inventati uno stato fantasma, lo Stato di Naon ( dal nome di un modello di televisore della Zanussi), che produce decine di gruppi musicali bizzarri dall’età puberale.
Vittore proviene dalla mail art, è si occupa di musica e rumore.
Insieme danno vita a un progetto che mette insieme fanzine, musica, cassette autoprodotte, e mi chiede di partecipare con i miei fumetti.
La prima cosa che facciamo insieme è Vietato ai Minori, un numero speciale sulla pornografia, con una cassetta piena di rumori, gemiti e contributi di altri matti internazionali. Loro due assemblano tutto, e ci mettono anche questo fumetto di 5 pagine, dove racconto una storia che Piermario mi assicura vera, raccolta dal lui al magnetofono, la testimonianza di una ragazza che conosce.
Il mio segno è ancora acerbo, ma qualcosa di quello che sarò è già qui.
Faccio vedere il contenuto della fanzine ai miei amici Alberto Mineo ed Enrico Friso con cui ho messo in piedi la mia band, (gli Spirocheta Pergoli), e Alberto mi dice:
“Vittore e Piermario non ci finiscono in Paradiso”.