mercoledì 27 settembre 2023

Beppe Starnazza e i Vortici

 Nel 1979 ero un giovane dalle idee confuse. Avevo appena cominciato a pubblicare sul Mago Mondadori, ma il mio modo di disegnare era in continuo cambiamento. Il Mago aveva chiuso i battenti da poco, praticamente a me sembrava che la pubblicazione delle mie tre storie gli avesse dato il colpo di grazia (ovviamente non era così, era stato solo un concatenarsi di coincidenze),  e non sapevo proprio che strade prendere, ma una cosa mi era chiara in testa: dovevo muovermi. In quel momento Bologna sembrava essere la città dove accadevano le cose. Dopo il 1977 la creatività aveva preso diverse strade, e due erano quelle che mi stavano a cuore, Il fumetto e la musica. Crocevia di molte esperienze era la Harpo's Music, una piccola realtà che produceva cassette indipendenti, con due gruppi (tra gli altri che pubblicavano) che a me piacevano moltissimo: Gli Skiantos e I GazNevada. I primi erano già un mito, i secondi lo stavano diventando. Per cui un giorno, armato dei miei disegnini e di grande incoscienza presi uno dei tanti treni locali che da Padova portavano a Bologna e andai a bussare alla porta della Harpo's Music. Non sapevo bene sotto quale forma presentarmi, e nemmeno loro sapevano bene cosa farsene di me. Conobbi Oderso Rubini, l'uomo geniale che stava dietro alla etichetta, e Anna Persiani, la direttrice artistica e la grafica che stava dietro a tutte le produzioni. Furono molto gentili, e guardarono i miei lavori, (con una certa dose di presunzione mi ero proposto per delle locandine), e pur non volendo nulla della mia mercanzia mi permisero di stazionare ogni tanto nei loro uffici, a osservare come lavoravano, a disegnare in un angolino. Ero una presenza che visto che non disturbava più di tanto veniva tollerata. Feci la conoscenza di alcuni dei Gaznevada, che nonostante il mio entusiasmo da fan (o forse proprio grazie a questo), mi cagarono poco, e devo dire che con una certa coerenza non mi hanno cagato fino ad oggi, visto che quando li incontro in qualche occasione è sempre come se mi vedessero per la prima volta, e dietro i loro occhi intravedo il nulla, o qualche pensiero del tipo "questo deve essere qualcuno che ho conosciuto in una vita precedente, ma non ricordo chi sia questo signore". Conobbi Roberto "Freak" Antoni, che fu subito molto buono con me. Tollerava la mia invadenza e incoraggiava il mio lavoro, senza far cadere dall'alto i suoi giudizi. Si creò un piccolo legame di affetto reciproco. Pochi anni dopo, quando avevo smesso di frequentare i locali della Harpo's (poi diventata Italian Records), scrissi una letterina a Freak, per chiedergli come stava andando la sua vita, visto che aveva lasciato gli Skiantos ("non si divertiva più"), per mettere in piedi con una grossa etichetta il progetto di Beppe Starnazza e i Vortici, una band dedicata alla rivisitazione a quelli che lui definiva i "protodemenziali" : Natalino Otto, Petrolini, il trio Lescano etc... 

Nella mia letterina avevo siglato il tutto con uno dei miei pupazzetti, disegnato a Pantone.

Freak mi telefonò. Mi disse che il mio pupazzetto lo a aveva fatto tanto ridere, e che aveva avuto una idea matta, ovvero di farmi fare la copertina di uno dei primi 45 Giri della band e anche il manifesto del tour.

Mi misi subito al lavoro, e in una settimana, dopo qualche prova, avevo il materiale per tutti e due i definitivi. Avevo 19 anni. Presi appuntamento con la casa discografica per la consegna degli esecutivi.           

Quello stesso giorno avevo appuntamento con la cooperativa Storiestrisce, con Giancarlo Ascari e Franco Serra. Feci loro vedere un po' dei fumetti su cui stavo lavorando, tra cui "Rumore e Silenzio" (che avete visto nelle puntate precedenti), ma senza che scattasse la scintilla. Sì, ero bravo ma...non sapevano come trovare l'appiglio per la pubblicazione su Alter o su Linus, di cui loro erano fornitori di autori e materiali. Poi, a sorpresa, tirai fuori l'asso "sto anche portando in CGD questi disegni per la nuova band di Freak Antoni". Ecco che la scintilla era scattata. "Pensi che Freak sarebbe disposto a scrivere delle storie brevi su Beppe Starnazza per Linus?". E così iniziò il mio ingresso nel mondo del fumetto di serie A.

Roberto Antoni non lavorava in maniera canonica, le nostre sceneggiature nascevano al telefono, durante dei viaggi in treno, o a casa sua su fogli di quaderno scritti a mano, ma funzionavano. Per 8 numeri di Linus pubblicammo le nostre storie sotto la sigla "Demenxial", poi Beppe Starnazza e i Vortici si sciolsero e non c'era ragione di continuare con le storie. Ormai ero dentro. Dopo la prima storia Igort mi mandò una cartolina "complimentation pour Linus". Dopo qualcuna di queste storie Vincenzo Sparagna mi chiese di disegnarne una per Frigidaire. Ero arrivato.

O almeno così ingenuamente pensavo. 

Con Roberto rimanemmo amici fino alla fine, avevamo sempre in testa l'idea di fare qualcosa insieme, e ci riproponevamo che prima o poi... Purtroppo quel prima poi  non si ripresentò mai, ma quegli otto episodi di Beppe Starnazza saranno sempre il sigillo di una amicizia indelebile.

Questa è la prima storia che abbiamo pubblicato su Linus, a seguire un'altra: "Sbattimenti", che a Vincino (altro genio del disegno e della satira), piaceva un sacco. 



























lunedì 11 settembre 2023

TRAXMAN

 Dopo un po’ di tempo dall’inizio dell’avventura Trax, dopo un pò di fanzine di vari formati, di cassette, di registrazioni casalinghe, di fotocopie, di colla e collage, Vittore Baroni pensò che era il momento di fare un fumetto con un personaggio che fosse il testimonial di quello che stavamo facendo. Nacque Traxman, agente segreto senza alcun superpoterieche si muoveva in un universo di personaggi bizzarri, pieno di riferimenti al nostro mondo, ai musicisti che ci supportavano, agli artisti con cui eravamo in contatto. Inizialmente lo pubblicavamo a singhiozzo in allegato alle vaie produzioni Trax, come albetto di 8 pagine. Publicammo qualche puntata, ma ci fermammo prima del finale. Pochissimi anni dopo (ma sembravano passati decenni,  negli 80 un anno ne valeva 7, come gli anni dei cani) io e Vittore rielaborammo quelle storie per Vincenzo Sparagna, in una edizione di lusso, con un formato più grande e a colori. Qui potete vedere due versioni del primo episodio a confronto. Vennero pubblicati su Frizzer prima, e successivamente su Tempi Supplementari. Ambedue erano costole di Frigidaire, create per dare spazio agli autori giovani che stavano stretti nella testata principale, e allora si videro le storie di Giuseppe Palumbo, Di Sebastiano Vilella, Cicarè, Visintin, anche il fratello di Tiziano Scarpa, che si chiama Daniele ed è un bravissimo disegnatore. Non dovete pensare che si trattasse di una palestra dell’ardimento solo per giovani, perchè ci pubblicavano anche gli autori della testa principale. Lì Andrea Pazienza disegnò e scrisse “La leggenda di Italianino Liberatore”, una rutilante storia dedicata all’autore di RanXerox. Andrea in teoria era il direttore artistico (anche se come al solito il lavoro grosso se lo spazzava Filippo Scozzari), come al solito un pò c’era e un po’ no, ma quando c’era era un lampo. Non so bene cosa pensasse delle storie di Traxman, assolutamente scombinate e spesso autoreferenziali, visto che per comprenderle in pieno bisognava essere dentro al nostro universo parallelo fatto di artisti e musicisti ai margini dell’industria e della società. Eppure un giorno scrisse di suo pugno il riassunto delle storie precedenti per una pagina introduttiva all’ultima puntata della storia di Traxman. Con una competenza e una lucidità che mi lasciarono sbalordito. Evidentemente si era letto tutte e storie. A parte un refuso in cui Il Barone Littorio era diventato il Barone Vittorio (chiaro riferimento comunque a Vittore), tutto filava liscio. Evidentemente il nostro Traxman conviveva perfettamente con altri personaggi dell’universo Frigidaire, primo tra tutti Snake Agent, l’eroe plagiarista del Geniale Stefano Tamburini ( anche se Stè non l’avrebbe ammesso mai).