Fase 1: La speranza
il primo giorno tutti sono sorridenti. E' la giornata in cui apre la ArteFiera di Bologna, il giorno prima si è allestito. Il periodo è buio, e tutti stanno con gli occhi rivolti al sol dell'avvenir in attesa delle prime impressioni, ma siamo ancor avvolti tutti (artisti, galleristi, addetti del settore, critici), in una calda coperta di positività e ottimismo… Non si sa mai, magari se si ha culo si vince anche al superenalotto.
La mia scultura, in occasione dell'inaugurazione, si fa un tiro di coca.
Il diavolo, come rimarca il mio amico Walter Rovere, si nasconde nei dettagli, ma pochi se ne accorgono, la scultura invece, probabilmente grazie ai colori vivaci, attira l'attenzione, soprattutto tra i bambini, ma questo era ovvio.
Fase 2 : Relax
Oggi in fiera è previsto poco afflusso: sarà per lo sciopero dei mezzi pubblici, sarà per lo sciopero dei treni, sarà perché di venerdì comunque di solito non viene molta gente. Dall'hotel alla fiera me la faccio a piedi con in mano un mazzo di rose rosse finte. Le macchine mi strombazzano, visto che cammino sul ciglio di una superstrada deserta. Le rose mi servono come accessorio per la mia scultura, che oggi avrà un aspetto più funerario, ma allo stesso tempo passionale.
Oggi nessun sorriso tirato, si cerca di passare la giornata un pò stanca, anche se un pò di gente c'è, alla sera ci sarebbe anche qualcosa di interessante in città, ma io che non guido la macchina esco prestino, mi becco un taxi e torno in albergo, mangio in albergo e mi rinchiudo in camera a guardarmi quella vaccata di Captain America, spegnendo completamente il cervello bzzzztssstop!
Fase 3: L'ansia
Al mattino vado a vedere le mostre esterne alla fiera, in centro città, e anche a comprare una cosa che serve come accessorio per la mia opera, arrivo in fiera per ora di pranzo. C'è molta folla: è il pubblico del sabato, quello composto da famiglie, studenti e curiosi. Per fortuna quest'anno la disposizione degli stand evita gli effetti tappo, i visitatori sono comunque in molti e per un bel pò di ore risponderò a domande in serie: no, non è una scultura in plastica, non è neanche una vetroresina, sì, è una ceramica, no, non è stata fatta a Faenza, è stata fatta a Nove, Nove è nel vicentino, sì si può toccare, sì si possono toccare i capezzoli, no, Murakami non c'entra niente, sì sono proprio quel Giacon che disegnava per Frigidaire negli anni'80, mi mantengo bene e la radiolina che il mio feto rosso ferrari tiene tra le braccia non trasmette nulla di importante, l'ho messa io e non un passante e l'ho volutamente sintonizzata sulle onde corte.
Oggi è il giorno dell'ansia: i pochi che hanno venduto gonfiano il petto, quelli che non hanno ancora venduto niente iniziano ad avere la sciolta nella prospettiva di non recuperare nemmeno le spese.
Torno in albergo ad aspettare l'arrivo di Nicoletta, stasera ci sarebbe la Notte Bianca dell'Arte, ma col cazzo che ci vado (la Notte Bianca corta, alle 12.30 tutto chiude e tutti a nanna, a meno che non si voglia finire la serata in qualche orrenda festa danzante organizzata da qualche babbione-babbiona dell'ambiente). Io e Nicoletta abbiamo cena a casa di amici bolognesi, dove mangiamo i tortellini in brodo più buoni del mondo.
Fase 4: La Disperazione
Oggi giornata di festa: e alla mia scultura regalo un bel cactus comprato al mercato del sabato il giorno prima. Non vorrei farmi mancare le battute dei visitatori che così potranno commentare che questa è proprio una scultura del cactus, oppure che è una transcultura, dato che oltre alle tette ha anche il cactus, e così via, che ridere.
In Fiera atmosfera un pò così… Chi ce l'ha fatta a sopravvivere (pochi), lavora con il pilota automatico, chi non ha applicato ancora nessun bollino rosso cerca di passare a pettine i visitatori tirando a indovinare chi può essere un possibile pollo e chi no. Pare inoltre che stia aggirandosi per la fiera un non ben identificato industriale piemontese che acquista opere costose con assegni circolari scoperti (notizia confermata da Art Tribune il giorno dopo). Come in tutte le guerre, c'è chi approfitta della disperazione altrui. Io non so che fare, sto in galleria a osservare che succede, ma poi sembra che sto lì a controllare come lavorano, e magari se non vendono possono pensare che porto pure sfiga. Incontro un pò di amici che non vedo se non in queste occasioni, prometto da spergiuro che ci rivedremo sicuramente prima dell'anno prossimo, e poi prima di vedere la fine di questo micromondo riparto con Nicoletta alla volta di Padova.
Fase 5: La Rassegnazione
Il giorno prima in fiera ho salutato i Bonelli galleristi e tutto il loro staff, la grande ceramica è stata amata e fotografata in continuazione, prima o poi lascerà il suo papà, e qualcuno se la porterà via, ma non in questa occasione. Non so come sia finita la fiera, ma il lunedì è tradizionalmente giorno di sconti, gli avvoltoi (quelli furbi), si sono annotati le gallerie che avevano qualcosa di interessante e che non hanno venduto niente, e li strozzeranno aggiudicandosi opere a prezzi stracciati. Naturalmente ci sarà chi non avrà nemmeno questa chance, e smonterà il circo con rassegnazione, visto che la domenica sera aveva già capito che la Artefiera ce l'aveva ormai tutta nel culo. Adesso si torna alla vita reale e alle grandi domande che non hanno molto di filosofico: questo mese come lo pagherò il mutuo?
martedì 31 gennaio 2012
domenica 15 gennaio 2012
Il primo concerto degli Spirocheta Pergoli
Padova, Febbraio 1981, Teatro Ruzante.
si tratta del cineclub universitario per eccellenza, da moltissimi anni è una delle roccaforti dell'Autonomia Operaia. che ultimamente sta cercando di darsi un tono più moderno.
Una volta tanto non organizzano un concerto con le Nacchere Rosse o il Canzoniere Operaio di Pomigliano d'Arco, ma tentano un'operazione new vawe.
Il menù è appetibile.
2 anni prima Radio Sherwood (la radio di movimento), ha organizzato un concerto con gli Skiantos, ed è andato benissimo.
Adesso vogliono osare di più.
Cisko, un filmaker ( di movimento) , è appena tornato da New York, dove oltre a farsi di coca boliviana e altro con John Lurie ed essersi preso le piattole è tornato con un sacco di filmati girati da lui di esibizioni live incredibili: James White and the Contortions, Suicide, DNA, Lounge Lizards, Lydia Lunch, Lizzie Mercier Descloux.
Tutte queste meraviglie verranno proiettate per la prima volta, in più sono state cooptate due band da Bologna: Le Camere Pratiche e i Sexy Misa.
Nessuno li conosce, ma se la tirano così tanto che è praticamente impossibile non siano geniali.
Anch'io me la tiro un casino, con il mio gruppo di art-wave: gli Spirocheta Pergoli.
Nessuno ha ancora sentito una sola nostra canzone, anche perchè non abbiamo ancora inciso nulla.
L'unico mezzo con cui registriamo le nostre prove è un registratore Philips portatile( i ghetto blasters si vedranno l'anno dopo, al momento siamo ad appena una spanna da un registratore Geloso a bobine).
Gli organizzatori sono ottimisti, hanno addirittura intenzione di fare il bis: la serata replicherà il giorno dopo.
Il pubblico è quello delle occasioni da non mancare, ci sono anche gli isolati wavers locali.
Sono venuti per sentire la Lilly, la bassista delle Camere Pratiche.
Un tempo stava a Padova, ma ora vive a Bologna e impressiona tutti con il suo look very london: capelli zebrati, pantacollant leopardati, anfibi, chiodo in pelle e minigonna di pelouche.
I Sexy Misa, il gruppo che apre il concerto, sono altri ceffi raccattati a Bologna, e fanno revival beat italiano anni '60, con il cantante/chitarrista vestito da sera.
Il pubblico li gradisce, e sul finale canta in coro "co-co-coccinella".
Hanno fatto anche un filmino in 16mm molto professionale, molto.
Noi al confronto siamo veramente degli straccioni, con la nostra pianola similFarfisa recuperata dalla sorella di Enrico ( il tastierista), la chitarra Hofner imitazione Fender e la nostra batteria elettronica autocostruita con un kit da 15.000 lire ( 4 suoni + 5 ritmi combinabili ) .
Siamo impazziti nel tentativo di collegare il mio stereo all'impianto voci, ci serve per le basi pre-registrate, e siccome non funzionava nulla abbiamo passato il pomeriggio da un fetido rivenditore di autoradio . Dopo che ci siamo genuflessi ha fatto una saldatura volante tra un cavo e uno spinotto, che miracolosamente alla fine ha funzionato.
Dopo i Sexy Misa partono i video di Cisko, e cominciano i dolori di panza.
La No-Wave non piace a un pubblico avezzo più a Joe Cocker e ai Led Zeppelin che allo sferragliamento chitarristico di Arto Lindsay.
Partono alti lamenti che si trasformano poi in fischi e ululati.
Dopo mezz'ora di questa cacofonia si accendono le luci sul palco.
Le Camere Pratiche partono bene: batteria squadrata, geometrici giri di basso e chitarra cattiva, ma essenziale.
L'atmosfera viene rovinata dal cantante.
E' fatto come una biscia. Biascica qualcosa nel microfono in inglese maccheronico, ma anche se cantasse in italiano non si capirebbe niente.
L'intento è molto John Lydon+ PIL, ma il risultato è più simile al lamento di una pecora sgozzata.
Il pubblico insorge, ma viene frenato da un miracolo.
L'impianto salta.
Segue un colorito battibecco tra il tecnico audio e il gruppo, che alla fine saluta tutti sfanculando.
Siamo rimasti noi.
Ho fatto spegnere le luci per creare suspence.
Parte una base con sibili elettronici e frequenze radio, io arrivo portandomi sulla schiena un televisore acceso (fuori sintonia) e lo piazzo di fronte alla platea.
Dopo 10 minuti di questa sbobba il popolo è alle stelle, c'è chi fischia a due mani, vola roba, ma nel complesso non c'è male.
Si accendono le luci.
Io ho i capelli radi e sforbiciati da solo, un soprabito nero lucido di mio nonno, scarpe All star bianche, e delle spilline autocostruite e autodisegnate in cartoncino.
Più che punk sembro uscito da una casa di cura, impressione sottolineata da Enrico alle tastiere (indossa un imbarazzante pullover a rombi, fatto all'uncinetto) e Mineo alla chitarra, con dei boccoloni in testa che lo fanno somigliare a uno degli angioletti di Fiorucci.
Parte la chitarra, la tastiera e la batteria elettronica .
I suoni sono stridenti, la tastiera clamorosamente fuori tempo, ma la cosa peggiore è la mia voce: stridente e antipatica, sembra quella di un bambino cattivo ed evirato.
Il pubblico è interdetto, poi cominciano tutti a ridere.
Andranno avanti a ridere fino alla fine del concerto.
la serata si è trasformata in puro avanspettacolo, con botta e risposta tra me e il pubblico, birre che volano e pernacchie. Mancano solo i gatti morti, ma alla fine ci applaudono per il fegato dimostrato.
Siamo vivi.
A Padova quel concerto lo ricordano ancora.
si tratta del cineclub universitario per eccellenza, da moltissimi anni è una delle roccaforti dell'Autonomia Operaia. che ultimamente sta cercando di darsi un tono più moderno.
Una volta tanto non organizzano un concerto con le Nacchere Rosse o il Canzoniere Operaio di Pomigliano d'Arco, ma tentano un'operazione new vawe.
Il menù è appetibile.
2 anni prima Radio Sherwood (la radio di movimento), ha organizzato un concerto con gli Skiantos, ed è andato benissimo.
Adesso vogliono osare di più.
Cisko, un filmaker ( di movimento) , è appena tornato da New York, dove oltre a farsi di coca boliviana e altro con John Lurie ed essersi preso le piattole è tornato con un sacco di filmati girati da lui di esibizioni live incredibili: James White and the Contortions, Suicide, DNA, Lounge Lizards, Lydia Lunch, Lizzie Mercier Descloux.
Tutte queste meraviglie verranno proiettate per la prima volta, in più sono state cooptate due band da Bologna: Le Camere Pratiche e i Sexy Misa.
Nessuno li conosce, ma se la tirano così tanto che è praticamente impossibile non siano geniali.
Anch'io me la tiro un casino, con il mio gruppo di art-wave: gli Spirocheta Pergoli.
Nessuno ha ancora sentito una sola nostra canzone, anche perchè non abbiamo ancora inciso nulla.
L'unico mezzo con cui registriamo le nostre prove è un registratore Philips portatile( i ghetto blasters si vedranno l'anno dopo, al momento siamo ad appena una spanna da un registratore Geloso a bobine).
Gli organizzatori sono ottimisti, hanno addirittura intenzione di fare il bis: la serata replicherà il giorno dopo.
Il pubblico è quello delle occasioni da non mancare, ci sono anche gli isolati wavers locali.
Sono venuti per sentire la Lilly, la bassista delle Camere Pratiche.
Un tempo stava a Padova, ma ora vive a Bologna e impressiona tutti con il suo look very london: capelli zebrati, pantacollant leopardati, anfibi, chiodo in pelle e minigonna di pelouche.
I Sexy Misa, il gruppo che apre il concerto, sono altri ceffi raccattati a Bologna, e fanno revival beat italiano anni '60, con il cantante/chitarrista vestito da sera.
Il pubblico li gradisce, e sul finale canta in coro "co-co-coccinella".
Hanno fatto anche un filmino in 16mm molto professionale, molto.
Noi al confronto siamo veramente degli straccioni, con la nostra pianola similFarfisa recuperata dalla sorella di Enrico ( il tastierista), la chitarra Hofner imitazione Fender e la nostra batteria elettronica autocostruita con un kit da 15.000 lire ( 4 suoni + 5 ritmi combinabili ) .
Siamo impazziti nel tentativo di collegare il mio stereo all'impianto voci, ci serve per le basi pre-registrate, e siccome non funzionava nulla abbiamo passato il pomeriggio da un fetido rivenditore di autoradio . Dopo che ci siamo genuflessi ha fatto una saldatura volante tra un cavo e uno spinotto, che miracolosamente alla fine ha funzionato.
Dopo i Sexy Misa partono i video di Cisko, e cominciano i dolori di panza.
La No-Wave non piace a un pubblico avezzo più a Joe Cocker e ai Led Zeppelin che allo sferragliamento chitarristico di Arto Lindsay.
Partono alti lamenti che si trasformano poi in fischi e ululati.
Dopo mezz'ora di questa cacofonia si accendono le luci sul palco.
Le Camere Pratiche partono bene: batteria squadrata, geometrici giri di basso e chitarra cattiva, ma essenziale.
L'atmosfera viene rovinata dal cantante.
E' fatto come una biscia. Biascica qualcosa nel microfono in inglese maccheronico, ma anche se cantasse in italiano non si capirebbe niente.
L'intento è molto John Lydon+ PIL, ma il risultato è più simile al lamento di una pecora sgozzata.
Il pubblico insorge, ma viene frenato da un miracolo.
L'impianto salta.
Segue un colorito battibecco tra il tecnico audio e il gruppo, che alla fine saluta tutti sfanculando.
Siamo rimasti noi.
Ho fatto spegnere le luci per creare suspence.
Parte una base con sibili elettronici e frequenze radio, io arrivo portandomi sulla schiena un televisore acceso (fuori sintonia) e lo piazzo di fronte alla platea.
Dopo 10 minuti di questa sbobba il popolo è alle stelle, c'è chi fischia a due mani, vola roba, ma nel complesso non c'è male.
Si accendono le luci.
Io ho i capelli radi e sforbiciati da solo, un soprabito nero lucido di mio nonno, scarpe All star bianche, e delle spilline autocostruite e autodisegnate in cartoncino.
Più che punk sembro uscito da una casa di cura, impressione sottolineata da Enrico alle tastiere (indossa un imbarazzante pullover a rombi, fatto all'uncinetto) e Mineo alla chitarra, con dei boccoloni in testa che lo fanno somigliare a uno degli angioletti di Fiorucci.
Parte la chitarra, la tastiera e la batteria elettronica .
I suoni sono stridenti, la tastiera clamorosamente fuori tempo, ma la cosa peggiore è la mia voce: stridente e antipatica, sembra quella di un bambino cattivo ed evirato.
Il pubblico è interdetto, poi cominciano tutti a ridere.
Andranno avanti a ridere fino alla fine del concerto.
la serata si è trasformata in puro avanspettacolo, con botta e risposta tra me e il pubblico, birre che volano e pernacchie. Mancano solo i gatti morti, ma alla fine ci applaudono per il fegato dimostrato.
Siamo vivi.
A Padova quel concerto lo ricordano ancora.
se volete sentire cosa facevamo andate qui:
http://www.youtube.com/watch?v=mGPPpTqB1m4se invece volete vedere un fumettino che parla di quei tempi andati, eccolo qua, è stato pubblicato qualche anno fa su XL
domenica 8 gennaio 2012
Them Crooked Vultures
Circa due anni fa mi chiesero di oocuparmi dell'illustrazione per il disco del mese di Rolling Stones, sembrava che all'epoca i Them Crooked Vultures fossero la sensazione del momento, erano uno dei tanti spin off dei Queens of The Sone Age, insomma uno dei progetti del prolifico Josh Homme, affiancato dal bassista degli Zeppelin , Jon Paul Jones, e Dave Grohl alla batteria. Era appena il 2009, e già se li ricordano in pochi.
Alla fine Rolling Stone decise di ripiegare sui Massive Attack, (Heligoland) e l'illustrazione dei Them Crooked Vultures è rimasta nel limbo delle illustrazioni inedite. Eh, la caducità del rock.
Alla fine Rolling Stone decise di ripiegare sui Massive Attack, (Heligoland) e l'illustrazione dei Them Crooked Vultures è rimasta nel limbo delle illustrazioni inedite. Eh, la caducità del rock.
venerdì 6 gennaio 2012
E intanto...
...E intanto, nel Nord Est che fu operoso negli anni del boom economico degli anni '90, insieme ai valenti ceramisti Mario e Luigi Bertolin e a Mario Rigoni sto dando forma ad After The Boom. Grande ceramica alta due metri.
Non ci sono molti margini di errore, è un pezzo unico che deve essere pronto per Arte Fiera, ogni ciambellona-tetta pesa 25 chili. Ora sta cuocendo per la prima cottura, poi verrà verniciata e rimessa in forno per la vetrificazione. Non ho mai fatto una ceramica così grande, un pò d'ansia ce l'ho.
Più o meno dovrebbe venire fuori così...
Non ci sono molti margini di errore, è un pezzo unico che deve essere pronto per Arte Fiera, ogni ciambellona-tetta pesa 25 chili. Ora sta cuocendo per la prima cottura, poi verrà verniciata e rimessa in forno per la vetrificazione. Non ho mai fatto una ceramica così grande, un pò d'ansia ce l'ho.
Più o meno dovrebbe venire fuori così...
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