martedì 31 gennaio 2012

Arte Fiera Bologna 2012: percorso in 5 fasi.

Fase 1: La speranza
il primo giorno tutti sono sorridenti. E'  la giornata in cui apre la ArteFiera di Bologna, il giorno prima si è allestito. Il periodo è buio, e tutti stanno con gli occhi rivolti al sol dell'avvenir in attesa delle prime impressioni, ma siamo ancor avvolti tutti (artisti, galleristi, addetti del settore, critici), in una calda coperta di positività e ottimismo… Non si sa mai, magari se si ha culo si vince anche al superenalotto.
La mia scultura, in occasione dell'inaugurazione, si fa un tiro di coca.


Il diavolo, come rimarca il mio amico Walter Rovere, si nasconde nei dettagli, ma pochi se ne accorgono, la scultura invece, probabilmente grazie ai colori vivaci, attira l'attenzione, soprattutto tra i bambini, ma questo era ovvio.


Fase 2 : Relax
Oggi in fiera è previsto poco afflusso: sarà per lo sciopero dei mezzi pubblici, sarà per lo sciopero dei treni, sarà perché di venerdì comunque di solito non viene molta gente. Dall'hotel alla fiera me la faccio a piedi con in mano un mazzo di rose rosse finte. Le macchine mi strombazzano, visto che cammino sul ciglio di una superstrada deserta. Le rose mi servono come accessorio per la mia scultura, che oggi avrà un aspetto più funerario, ma allo stesso tempo passionale.


Oggi nessun sorriso tirato, si cerca di passare la giornata un pò stanca, anche se un pò di gente c'è, alla sera ci sarebbe anche qualcosa di interessante in città, ma io che non guido la macchina esco prestino, mi becco un taxi e torno in albergo, mangio in albergo e mi rinchiudo in camera a guardarmi quella vaccata di Captain America, spegnendo completamente il cervello bzzzztssstop!


Fase 3: L'ansia
Al mattino vado a vedere le mostre esterne alla fiera, in centro città, e anche a comprare una cosa che serve come accessorio per la mia opera, arrivo in fiera per ora di pranzo. C'è molta folla: è il pubblico del sabato, quello composto da famiglie, studenti e curiosi. Per fortuna quest'anno la disposizione degli stand evita gli effetti tappo, i visitatori sono comunque in molti e per un bel pò di ore risponderò a domande in serie: no, non è una scultura in plastica, non è neanche una vetroresina, sì, è una ceramica, no, non è stata fatta a Faenza, è stata fatta a Nove, Nove è nel vicentino, sì si può toccare, sì si possono toccare i capezzoli, no, Murakami non c'entra niente, sì sono proprio quel Giacon che disegnava per Frigidaire negli anni'80, mi mantengo bene e la radiolina che il mio feto rosso ferrari tiene tra le braccia non trasmette nulla di importante, l'ho messa io e non un passante e l'ho volutamente sintonizzata sulle onde corte.



Oggi è il giorno dell'ansia: i pochi che hanno venduto gonfiano il petto, quelli che non hanno ancora venduto niente iniziano ad avere la sciolta nella prospettiva di non recuperare nemmeno le spese.
Torno in albergo ad aspettare l'arrivo di Nicoletta, stasera ci sarebbe la Notte Bianca dell'Arte, ma col cazzo che ci vado (la Notte Bianca corta, alle 12.30 tutto chiude e tutti a nanna, a meno che non si voglia finire la serata in qualche orrenda festa danzante organizzata da qualche babbione-babbiona dell'ambiente). Io e Nicoletta abbiamo cena a casa di amici bolognesi, dove mangiamo i tortellini in brodo più buoni del mondo.


Fase 4: La Disperazione
Oggi giornata di festa: e alla mia scultura regalo un bel cactus comprato al mercato del sabato il giorno prima. Non vorrei farmi mancare le battute dei visitatori che così potranno commentare che questa è proprio una scultura del cactus, oppure che è una transcultura, dato che oltre alle tette ha anche il cactus, e così via, che ridere.


In Fiera atmosfera un pò così… Chi ce l'ha fatta a sopravvivere (pochi), lavora con il pilota automatico, chi non ha applicato ancora nessun bollino rosso cerca di passare a pettine i visitatori tirando a indovinare chi può essere un possibile pollo e chi no. Pare inoltre che stia aggirandosi per la fiera un non ben identificato industriale piemontese che acquista opere costose con assegni circolari scoperti (notizia confermata da Art Tribune il giorno dopo). Come in tutte le guerre, c'è chi approfitta della disperazione altrui. Io non so che fare, sto in galleria a osservare che succede, ma poi sembra che sto lì a controllare come lavorano, e magari se non vendono possono pensare che porto pure sfiga. Incontro un pò di amici che non vedo se non in queste occasioni, prometto da spergiuro che ci rivedremo sicuramente prima dell'anno prossimo, e poi prima di vedere la fine di questo micromondo riparto con Nicoletta alla volta di Padova.


Fase 5: La Rassegnazione
Il giorno prima in fiera ho salutato i Bonelli galleristi e tutto il loro staff, la grande ceramica è stata amata e fotografata in continuazione, prima o poi lascerà il suo papà, e qualcuno se la porterà via, ma non in questa occasione. Non so come sia finita la fiera, ma il lunedì è tradizionalmente giorno di sconti, gli avvoltoi (quelli furbi), si sono annotati le gallerie che avevano qualcosa di interessante e che non hanno venduto niente, e li strozzeranno aggiudicandosi opere a prezzi stracciati. Naturalmente ci sarà chi non avrà nemmeno questa chance, e smonterà il circo con rassegnazione, visto che la domenica sera aveva già capito che la Artefiera ce l'aveva ormai tutta nel culo. Adesso si torna alla vita reale e alle grandi domande che non hanno molto di filosofico: questo mese come lo pagherò il mutuo?


2 commenti:

  1. Vabbè ma... "alla fine della fiera"... quanto costa il cumulo tettonico? ;)

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  2. Caro Tom Lee. Non è certo un segreto nazionale, sono 19.000 € Iva compresa (trattabili). Lo so, non è proprio abbordabile da tutti, ma è costato abbastanza anche produrlo.

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