Sono stato chiamato da Ivan Quaroni e Chiara Canali, curatori di Streetscape, manifestazione di arte pubblica all'interno di ComON per disegnare un Cristo moderno sul pavimento esterno del Duomo di Como, sotto il portico del Broletto.
Parto da Milano insieme ad Elena che mi darà una mano per questi due giorni. Mesi fa ho fatto una cosa simile, nella metropolitana di Milano, ma lì era più semplice, il pavimento era liscio, l'ambiente era chiuso. Dopo il lavoro avevo gomiti e ginocchia conciati assai male, questa volta sono stato più furbo e mi sono portato le ginocchiere da skater.
Non so come sarà qui, ma il pavimento è molto irregolare, e sfumare i colori con le dita farà male, più o meno come sfregare per ore le dita su una grattugia.
Tutto parte da un'intuizione semplice: i madonnari sono gli antenati della street art.
Una tradizione che risale alla fine del '500, un atto di fede, ma anche una richiesta di carità, una via di mezzo tra il mendicare e l'esibirsi per strada in cambio di un'offerta.
In effetti disegnare in ginocchio, al freddo e al caldo, con la paura che la pioggia cancelli e vanifichi le tue fatiche, sperando che di notte non vandalizzino il tuo lavoro, lavoro che comunque verrà cancellato in un paio di settimane dalle intemperie e dagli agenti atmosferici, ha molte assonanze con un atto di contrizione. Uno schiaffo alla vanità.
La scelta del posto è stata perfetta, qui di notte e di giorno ci stanziano i senzatetto. Durante tutta la durata del lavoro verranno a vedere come procede. C'è chi chiede una sigaretta, chi guarda il disegno a rovescio e ci chiede cos'è, chi scambia Gesù con Che Guevara "avete disegnato il Che, bravi! Perché avete disegnato me, sono io il Che Guevaraaaa!!!!". Probabilmente è vero...che brutta fine, dalla guerriglia ai portici del Broletto...
Mentre lavoriamo ci viene a trovare Ivan, il poeta di strada, degli studenti americani, dei poliziotti che ci chiedono il permesso, delle turiste straniere che ci chiedono perché Jesus piange. Piange per i nostri peccati, ovvio, no?
Copriamo il disegno a gessetto con un cellophane, per la notte. I nostri nuovi amici barboni faranno la guardia durante la notte, al nostro Cristo barbone.
Il giorno dopo a Como piove, ma il disegno ha resistito. Gli ultimi dettagli, una sfumatura intorno all'aureola e abbiamo finito.
Pochi minuti dopo un paio di vecchiette devote che vanno in chiesa lo calpestano, ci passano sopra, non lo vedono nemmeno.
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