Forse i titolo più appropriato potrebbe essere “Comacon”, o almeno questo è il mio stato dopo 3 giorni di poco dormire e molto camminare.
Avrei dovuto fare un report giornaliero di questa edizione del Comicon ma era troppo uno sbattimento, e poi succedevano troppe cose contemporaneamente. Difficilissimo scrivere qualcosa che riesca a comprendere tutto.
Il Napoli Comicon si era interrotto dopo l’edizione del 2019. Poi è arrivato il Covid e si è fermato per tre anni fino ad adesso. Matteo Stefanelli, Alino e Claudio Curcio han tenuto duro, han rischiato che non si facesse più nulla, hanno mantenuto i contatti con gli autori. Alino ha fatto un pò di radio in questi anni, chiedendo a tutti gli autori che aveva conosciuto durante tutti questi anni al Comicon la loro personale scaletta. Claudio ha curato sempre con Alino un po’ di mostre. Matteo ha continuato a dirigere Fumettologica e insegnare all’università… E alla fine ce l’han fatta a portare a casa questa edizione di 4 giorni, con qualcosa come 350 ospiti e quattro macrosezioni che comprendono Fumetti, Giochi, film, serie e merchandising vario.
In più i soliti cosplayer, drawing battles, trash food, dj set con canzoncine di serie televisive e tutto quanto faccia da corollario per ogni nerd che si rispetti. Davide Toffolo era il magister del 2019. Il magister è un autore di fumetti completo che dà una direzione artistica diversa per ogni edizione. Non è una cosa che si è verificata da sempre, ma che avviene da alcuni anni. I magister del passato sono stati Silver, Mattotti, Recchioni, Gipi e Toffolo, che alla fine resterà storico perchè di fatto è rimasto in carica per tre anni. Quest’anno doveva presentarsi in grande spolvero con il suo nuovo progetto musicale, che univa i tre Allegri Ragazzi Morti al Colle del Fomento, storico gruppo del rap romano, ma sfiga ha voluto che giovedì il palco concerti venisse distrutto da una tempesta di acqua e vento, per cui niente concerti. In più il covid ha fatto ammalare un musicista dei tre Allegri Ragazzi Morti e uno del Colle del Fomento, giusto per fare il virus equo e democratico.
Davide non si è perso d’animo e ha suonato lo stesso al lunedì pomeriggio per un nutrito numero di fans affezionati, uno strano concerto per chitarra e voce, intimo, raccolto. Durante la serata della premiazione per le varie categorie di fumetti Davide ha dichiarato che visto che dal fumetto non può aspirare di più, dopo questa esperienza e 22 libri pubblicati nell’arco della carriera la sua attività di fumettista si ferma qui, con grande sgomento di lettori e degli stessi Matteo, Alino e Claudio, che non ne sapevano nulla, o almeno sono stati bravissimi a fare la faccia sorpresa. Io come al solito faccio l’alieno, tanto lo sono sempre in qualsiasi campo, e in più, nonostante quando dico la mia età è un coro di “Nooo”, e “Non è veroooo”, gli anni si sentono eccome, e per certe cose non provo davvero io lo stesso entusiasmo di quando ne avevo trenta. Inevitabile.
Mi sono aggirato per due giorni e mezzo per lo spazio della Fiera Oltremare. Ho incontrato persone meravigliose che non vedevo dal vivo da tre anni, bevuto birrette, fumato e goduto del sole caldo napoletano nell’area Pro, ho cercato di ascoltare qualche interessante conferenza nella Sala Andrea Pazienza, peccato che rimbombasse tutto talmente tanto che alla fine i vari relatori non riuscivano nemmeno a capirsi tra loro.
Ho participato a una Drawing Battle con un disegnatore greco molto Rock’n Roll. La battaglia consisteva nel disegnare una parola che veniva annunciata da un presentatore, nel nostro caso Matteo Mammuccari, che ci dava come tema parole a casaccio, come Rancore, Sottocoperta e Rumore, e noi in 5 minuti dovevamo disegnare una cosa che fosse in sintonia. Alla fine il pubblico decretava i vincitori con applausometro. Noi alla fine siamo andati pari e patta, ci siamo stretti la mano ed è andata bene così.
E adesso un pò di cose a caso che ricorderò di questa edizione.
I Paguri (Pagani e Caluri), con cui ormai ho un grande feleling ci conosciamo da molti anni, ma dalla volta che mi hanno intervistato per Lockdown Calling e poi son venuti a Padova, i nostri rapporti si sono intensificati, e ci siam fatti ridere a vicenda con i nostri racconti reciproci di nottate disastrate e presentazioni epicamente apocalittiche.
Angelo Stano che al momento ha abbandonato Bonelli per dedicarsi a un paio di progetti personali top secret, e con cui mi son trovato a fare lunghe chiacchierate praticamente su qualsiasi argomento.
Igort è dimagrito di 24 chili ed è affranto per quanto sta succedendo nella sua amata Ucraina, faceva quasi tenerezza iI sorriso che è riuscito finalmente a strappargli Simone Romani (direttore editoriale di Rizzoli Lizard e fondatore insieme a Igort di Coconino), facendo il cazzone e ricordando vecchie avventure.
Paola Bistrot, che sembra sempre un bambina stupita e divertita, come se tutto fosse una novità e nonostante la lunga esperienza di curatrice di mostre con autori leggendari.
Jole Signorelli (Fumetti Brutti), ormai una star, ma sempre gentile, disponibile e affettuosa. La battle tra lei e Liberatore è stata una delle più belle e divertenti.
Tito Faraci e Silvia Sacco Stevanella, i miei editor Feltrinelli. Non sappiamo ancora se faremo qualcosa di nuovo nel prossimo futuro, ma è sempre un piacere condividere tavoli, chiacchiere e bottiglie.
Leo Ortolani (che vedrei molto bene come prossimo M… e qui mi fermo per non portargli sfiga).
La classica fine cena da Brandi. Pizzeria storica in centro a Napoli, con viaggi in pulmino dalle sospensioni ribaltabudella e interminabili code in galleria, ma ero così contento di trovarmi dopo tutto questo tempo al Comicon che trovavo divertenti pure quelle.
Roberto Recchioni con cui abbiamo parlato scuotendo la testa di NFT e di Palle Quadrate (molto meglio le seconde).
Le grandi discussioni con Valerio Lundini durante la colazione del mattino sul nostro diabete e piacevoli aneddoti a riguardo. Valerio è stato il presentatore a sorpresa dell’edizione dei premi di quest’anno dandogli uno sprint che non aveva mai avuto (le premiazioni di altri anni si stiracchiavano per due ore con noia letale).
E’ stato un piacere rivedere Luca Valtorta e Valeria Rusconi, compagni di avventure con XL, e constatare quanto il loro bambino si sia già fatto grande e collezioni già famelicamente figurine dei Pokemon.
I ragazzi dello stand di in Your Face Comics, (dove ho trovato Massimo Perissinotto e Stefano Zattera), chissà che non si faccia qualcosa insieme in futuro, e che mi hanno supportato durante la drawing battle.
Tekè Gallery, che mi ha regalato una pregevole copia dell’ultima cosa che hanno pubblicato di quel genio di Igor Hofbauer, e Stefano Dazzi con cui ho scambiato succosi aneddoti sui proprietari di cave di marmo carraresi.
Ivan Hurricane, con cui ho discusso di come disegnare la guerra di adesso, di come prima il virus, poi la discussione sui vaccini e infine la guerra abbiano inesorabilmente frammentato pezzi di sinistra in pezzetti sempre più piccoli, ognuno con i propri distinguo e le proprie posizioni, e di quando il vaccino sperimentale era davvero sperimentale e ce lo saremmo fatti in vena anche subito nella speranza di diventare più forti di Hulk.
Miguel Villa, che ha vinto il premio per il miglior libro dell’anno dalla la giuria del Comicon. Lui era così felice che ha fatto addirittura un mezzo sorriso. Premio meritato, in soli due libri è riuscito a costruire una poetica tutta sua e molto convincente.
Francesca Pilla, con cui ho avuto il piacere di lavorare in Rizzoli Lizard, che ora lavora per Salda Press, e che mi ha fatto trovare un sacchetto pieno pieno di meraviglie che avrei comprato comunque, tra cui l’ultimo lavoro di Camuncoli e l’ultimo libro di Lorenzo Palloni che promette di essere una tappa importante del suo viaggio.
Alessandro Baronciani e suoi racconti musicali su passioni comuni.
Camuncoli e la sua emiliana tranquillità, ma con la sua notevole capacità di produrre una quantità incredibile di materiali di qualità altissima realizzati con cadenza impressionante.
Grazia La Padula, che diventa ogni anno più brava (sembra banale dirlo, ma è così)..
Giuseppe Palumbo che meriterebbe un monumento, o almeno che si facesse un orsacchiotto con le sue sembianze, (venderebbe di sicuro un casino.)
Nicoletta che mentre ero via a cazzeggiare ne ha approfittato per dipingere casa, (Nicoletta: “non vedevo l’ora che te ne andassi via dalle palle per qualche giorno per farlo”).
E tutte le persone che ho incontrato e che ho scocciato per ore con i miei ricordi da vecchio barbogio.
Poi, dopo una levata all’alba (quasi) alle 6 del mattino, ho preso treno che mi ha portato a Milano, dove sono andato diretto allo IED a seguire le tesi degli studenti, poi a casa dai miei amici Beppe e Monica, domani invece mi vedrò qualche mostra e tornerò a Padova, uscendo dalla bolla dei fumettigiochimangacartonicosplayer per affrontare il mondo esterno, le sue miserie, le sue terribili paure, le angosce e le meraviglie.
Bentornato, ormai disperavo di vederti ancora sul blog!
RispondiEliminaL'orsacchiotto-Palumbo sarebbe una grande idea, in effetti.
Sì, era da un pò che non lo facevo e non volevo farlo morire, per cui ogni tanto continuerò, grazie Luca!
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